Categoria: News

Come abbandonare la dipendenza da Petrolio grazie a Eolico e Fotovoltaico

I media non cessano di segnalare la crescente intensità delle emissioni di CO2 in atmosfera e la sua responsabilità diretta per la creazione dell’effetto serra, che sta cambiando le condizioni ambientali e minacciando in un futuro non troppo lontano la stessa civiltà attuale. Tuttavia, appare molto evidente che, nonostante tutto questo allarmismo, l’attività di estrazione dei combustibili fossili quali carbone, petrolio e gas non sembra conoscere crisi.

D’altra parte, una fetta di produzione di energia su scala globale dipende dalla tecnologia nucleare che, nel suo stato attuale, non offre sufficienti garanzie di sicurezza a causa della generazione di rifiuti che comportano un alto grado di pericolo e soprattutto un forte potenziale di degrado ambientale per le generazioni future. Tuttavia, ci sono numerosi dibattiti tra coloro che vogliono frenare il deterioramento ambientale proponendo delle alternative alla dipendenza dal petroli, che consentano la parziale sostituzione delle energie fossili attraverso l’uso di energie naturali e non inquinanti, e tra chi invece sostiene che l’uso di queste tecnologie non sia efficiente quanto quelle provenienti da combustibili fossili. Di fronte a questa situazione, e alla ricerca di fonti energetiche alternative a quelle utilizzate principalmente e, soprattutto sicure, vengono proposte nuove tecniche che, in alcuni casi, derivano da ipotesi che sono state in vigore per molti anni.

L’inflazione a dicembre frena a causa del calo del prezzo del Petrolio, i prezzi bassi del petrolio favoriranno la crescita nel 2019

Nel corso del mese di dicembre l’Istat ha riportato i dati in merito al freno della crescita dei beni al consumo, riportando un 1,1% su base annua al confronto dell’ 1,6% registrato nel mese di novembre. Tale freno è stato provocato da una serie di fattori, in particolar modo quelli che riguardano la diminuzione del costo del petrolio e dei beni energetici non regolamentati.

Si confermano così le previsioni diffuse qualche settimana fa circa la potenziale crescita della domanda che tali cali provocheranno nel 2019, la quale è registrata a fronte dei 1,3 milioni di barili giornalieri è stimata circa attorno ai 1,4 milioni. Una crescita quasi certamente preannunciata se i dati pronosticati si manterranno stabili, portando ad un aumento del consumo non irrilevante in grado di scuotere maggiormente le condizioni del mercato globale.

Il petrolio avanza: pericolo Shock Energetico?

Torna a crescere il prezzo del petrolio, che tocca e supera la soglia dei 79 dollari, in seguito al raffreddarsi delle tensioni intercorse tra Cina e America. Al tempo stesso è la situazione politica venezuelana a lasciare il segno: Nicolas Maduro ha trionfato alle elezioni e si sono aperte le voci di nuove, possibili, sanzioni made in USA. Tali sanzioni potrebbero colpire il greggio nella sua fonte primaria di sostentamento, causando quindi ripercussioni sul costo del petrolio. E questo è solo l’inizio di una situazione che è descritta, da alcuni, come una fase delicata.

Risale il petrolio dopo un periodo di stop

Dopo una fase di mercato ribassista, che ha turbato le quotazioni per diversi anni, il peggio sembra essere alle spalle. Wti e Brent sono tornati ai massimi registrati nel 2014, avanzando velocemente grazie alle tensioni che hanno visto come protagonisti USA e Iran. Il motivo scatenante è la scelta del presidente Trump, che ha deciso di dire addio allo storico accordo sul nucleare. Questa fortunata risalita riesce a causare non poche preoccupazioni: c’è, infatti, chi parla di shock energetico.

Il petrolio torna a quota 55 dollari al barile

Impresa o illusione? Difficile dirlo ora, ma la notizia lascia ben sperare: il petrolio è tornato a quota 50 dollari al barile. E ora, anche se società e investitori continuano a essere dubbiosi, il mercato sembra voler nuovamente credere nella grande svolta del settore. I fondi di investimento speculativo hanno subito risposto a questa sorprendente attività dell’oro nero, aumentato la posizione rialzista. In pochissimo tempo, negli ultimi giorni, sono aumentati gli investimenti nel lungo periodo sui titoli.

La situazione petrolio è destinata a migliorare?

Gli analisti e gestori non hanno alcun dubbio: la situazione che stiamo vivendo è destinata a migliorare e l’oro nero potrebbe regalare ulteriori sorprese in questa seconda metà del 2017. Nei primi sei mesi dell’anno corrente, il petrolio ha già fatto registrato i suoi minimi: 44 dollari con il Brent e 42 il Wti. Inoltre i tagli alla spesa legata alle esplorazioni e i segnali di rallentamento nella produzione statunitense permettono di sfruttare un punto importante a livello di prezzi.